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GEEKS

Qualche tempo fa ho comprato degli occhiali per via di una leggera miopia, occhiali in realtà fondamentalmente inutili dato che li uso, se il uso, solo per guidare. Ho ricevuto diversi complimenti per la scelta, tra i quali di assomigliare a Woody Allen -potevo essere solamente paragonato al Mike Myers nel ruolo del suo personaggio più famoso,per sentirmi peggio – oppure, se fossero stati un po’ più spessi, ad un perfetto nerd -quest’ultimo a pensarci non può che essere stato di mio fratello. Mi è venuto da rispondergli “al massimo un geek“.

Racconto questo episodio perchè mi è tornato alla mente un libro molto interessante ed assolutamente attinente al tema del blog:

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Non mi interessa distinguere un nerd da un geek, quanto consigliarvi questo lavoro di Jon Katz, il quale in modo molto lucido e appassionante traccia il profilo di una delle più recenti forme di individualismo che siano nate. Il geek, appunto.
Una componente che spesso ha accompagnato l’individualismo consiste nel sentimento di alienazione che prova il soggetto, il quale schiacciato dalla società cerca di difendere la sua identità trovando nelle sue attitudini più spiccate la salvezza. L’esempio per eccellenza è quello dell’artista. Il geek però, diversamente altre forme individualiste di questo tipo, non è solo, ma interagisce con altri geek e si esprime pienamente in un altro mondo, quello virtuale. Internet, rete o cyberspazio come vogliate chiamarlo. Il geek è il prodotto dell’individualismo che incontra la tecnologia, e che, da emarginato, cavalcando l’innovazione acquisisce un ruolo centrale nella società, prima su tutte quella informatico-mediatica. Un esempio, Bill Gates. O almeno il “primo” Bill Gates. Dico questo perchè il geek vive pienamente la sua diversità, la sua mancata integrazione, ma allo stesso tempo persegue la libertà, soprattutto quella intellettuale, della quale non vuole sentire limiti. Linux è il suo pane quotidiano. Rispetto alla proprietà materiale nutre disinteresse a meno che non si tratti di beni tecnologici. Il relativo basso costo per accedere alla rete permette loro di coltivare pienamente gli interessi più svariati, fino ad avere una preparazione spiccata in ambiti specializzati con totale padronanza per reperire, ad esempio, informazioni di ogni genere. La diffidenza nei loro confronti è dovuta sostanzialmente all’impostazione poco accademica dei loro studi. E magari agli occhiali.

Eppure la rivoluzione che stiamo vivendo, quella digitale, è proprio condotta dai geek, ed è così travolgente da colpire ambiti fondamentali socialmente come il commercio e la proprietà. Basti vedere in questi tempi come sta cambiando il mercato della musica. Il geekismo inoltre è un fenomeno di carattere mondiale, che accomuna ragazzi di tutte le nazioni, i quali sono riusciti a guadagnarsi rispetto tanto da cambiare il significato dispregiativo del termine originale, in un’accezione positiva e tanto diffusa da essere ormai perfino snaturata.

Rimane però il fatto che se molti di loro sono ” arrivati”, lo devono solo a loro stessi. Altri, più deboli, vivono patologicamente la loro esistenza, per lo più nelle scuole, fino a scoppiare nella follia che leggiamo ormai frequentemente nella cronaca. Anche di questo vi parlerà Jon Katz.

A mio avviso è il risultato di un’educazione, tanto quella scolastica quanto quella familiare, sempre troppo indietro con il passo tecnologico, che lascia o costringe i ragazzi a fare una scelta tra due mondi. Due mondi che sono uno solo, ma percepiti come quello reale, che indugia su vecchi modelli, quello digitale, che non ne ha. Così gli adolescenti si trovano di fronte ad una scelta che non esiste. E ricorrono a tutte le risorse possibili. O a quelle poche che hanno.

Eccovi qualche assaggio:

“I geeks abitano in un mondo digitale. Hanno volontariamente abbandonato un mondo che li rifiutava e ne anno trovato uno più avvincente. Hanno conquistato un territorio dove vivere in libertà, una libertà inimmaginabile per i “normali”. Uno mondo dove non conta l’aspetto, non conta la razza, non conta la laurea, nè il dialetto o l’accento; le idee e le personalità si mostrano nude per quello che sono: è una nuova dimensione di realtà.

“I geek sanno bene, forse meglio di chiunque altro, che i computer non possono sostituire il contatto umano, l’affetto di parenti e amici. Continua ad esistere una realtà di vicinato. I computer non sono nè ristoranti, nè teatri o caffè. Ma attraverso i computer si costruisce il cyberspazio che, per quanto virtuale, è sempre un mondo.”

” I geeks sono stati i primi a capire le potenzialità della rete come mezzo per lo scambio di informazioni. E non a caso, perché i programmi per gestire e trasmettere le informazioni in Rete – orari dei mezzi di trasporto, programmazione e critica cinematografica, notiziari, commenti, cataloghi, software e musica (la disponibilità di musica gratis è uno dei principali meriti dei geeks) – sono stati scritti in gran parte da loro. Oggi, molti quotidiani e settimanali sono disponibili online. Le principali notizie sono pubblicate in Rete ore prima di essere pubblicate su carta..”

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